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David Johansen, frontman dei New York Dolls, muore a 75 anni

Un pioniere del punk, un'icona del glam rock e un artista mutevole lasciano dietro di sé un'eredità duratura

🗞️ Pubblicato il: 2 March 2025 · Aggiornato il: 2 March 2025

David Johansen, l'elettrizzante e stravagante frontman dei leggendari New York Dolls, è scomparso all'età di 75 anni. Johansen, che a gennaio aveva rivelato di stare lottando contro un cancro al quarto stadio, è morto serenamente nella sua casa di New York City il 1° marzo, circondato dalla moglie Mara Hennessey e dalla figliastra Leah.

Vero pioniere del punk e del glam rock, l'influenza di Johansen si è estesa ben oltre i suoi anni con i New York Dolls. La sua voce distintiva e roca e la presenza scenica teatrale hanno gettato le basi per innumerevoli spettacoli rock e punk successivi. Dai suoi giorni da frontman di una delle band più controverse e pioniere dei primi anni '70 alla sua inaspettata reinvenzione come Buster Poindexter in smoking negli anni '80, Johansen è rimasto un artista in continua evoluzione.

The New York Dolls: Glam e Chaos
Nato a Staten Island nel 1950, Johansen è stato attratto dall'energia selvaggia e indomita del rock & roll fin da piccolo. Nel 1971, ha unito le forze con Johnny Thunders, Sylvain Sylvain, Arthur Kane e Billy Murcia per formare i New York Dolls, una band che avrebbe infranto le convenzioni del rock. Il loro stile gender-bending (tacchi, trucco e capelli cotonati) insieme al loro sound grezzo ed esplosivo, li ha distinti dai gruppi rock raffinati dell'epoca.

Sebbene i Dolls non abbiano mai ottenuto successo commerciale, la loro influenza sul punk è stata incommensurabile. Il loro album di debutto omonimo (1973), prodotto da Todd Rundgren, rimane un'opera fondamentale, con l'inno Personality Crisis e Looking for a Kiss. ​​Un anno dopo, hanno pubblicato Too Much Too Soon, un album che, nonostante la sua brillantezza, ha avuto difficoltà nel mainstream. Nel 1975, a causa di conflitti interni e problemi di abuso di sostanze tra i membri, la band si sciolse, sebbene la loro eredità fosse solo all'inizio.

Reinvenzione e successo da solista
Dopo lo scioglimento dei Dolls, Johansen lanciò una carriera da solista che dimostrò ulteriormente la sua versatilità come cantautore e interprete. Il suo debutto omonimo del 1978 si orientò verso influenze rock e blues classiche e, sebbene i suoi sforzi da solista trovarono un certo successo, fu la sua successiva trasformazione a sorprendere davvero il mondo.

A metà degli anni '80, Johansen adottò la persona di Buster Poindexter, un sofisticato cantante da lounge con un pompadour, uno smoking e un amore per il rhythm and blues vintage. Con questa nuova identità, ottenne il suo primo grande successo con Hot Hot Hot, un inno festoso e infuso di calypso che divenne un punto fermo delle feste globali. Il suo personaggio di Poindexter lo portò anche a diverse apparizioni televisive e cinematografiche, tra cui un memorabile ruolo del fantasista spiritoso del Natale passato in Scrooged (1988), al fianco di Bill Murray.

Il ritorno delle bambole
Nonostante il suo successo da solista, lo spirito dei New York Dolls non si è mai veramente affievolito. Nel 2004, l'ex frontman degli Smiths e fan di lunga data Morrissey orchestrò una reunion per il Meltdown Festival di Londra, riunendo Johansen, Sylvain Sylvain e Arthur Kane sul palco. Tragicamente, Kane morì poco dopo l'esibizione, ma lo slancio era innegabile. Johansen e Sylvain continuarono, pubblicando altri tre album dei Dolls: One Day It Will Please Us to Remember Even This (2006), Cause I Sez So (2009) e Dancing Backward in High Heels (2011).

Un'eredità dalle mille sfaccettature
Il talento di Johansen si estendeva oltre la musica. Era un attore di talento, apparso in film come Married to the Mob (1988) e Let It Ride (1989), e negli anni successivi, ha ospitato The Mansion of Fun, un programma radiofonico settimanale di SiriusXM che celebrava il suo amore per la musica eclettica e oscura. La sua passione per la fusione della storia della musica con la narrazione lo ha reso una figura venerata sia dagli artisti che dai fan.

Nel 2023, Martin Scorsese e David Tedeschi hanno co-diretto Personality Crisis: One Night Only, un documentario che ha fornito uno sguardo intimo sulla vita e la carriera di Johansen, consolidando il suo status di vera leggenda del rock and roll.

Una vita di espressione senza scuse
Per tutta la sua carriera, Johansen è rimasto un artista che ha sfidato le aspettative. Che si trattasse di ringhiare inni punk con i New York Dolls, cantare a squarciagola standard jazz e blues come Buster Poindexter o condurre segmenti radiofonici approfonditi su gemme musicali dimenticate, ha vissuto una vita di creatività senza paura. Il suo stile sgargiante e la sua personalità più grande della vita lo hanno reso un eroe per gli emarginati, i ribelli e gli amanti del rock di ogni generazione.

Sua moglie Mara Hennessey e la figliastra Leah hanno confermato che è morto in un ambiente sereno, circondato da musica e amore. Sebbene la sua presenza fisica sia scomparsa, il suo impatto sulla musica, la moda e la cultura punk durerà per sempre. Dai club underground ai palchi più grandiosi, dalla ribellione punk chiassosa all'elegante canto jazz, David Johansen era un vero originale, uno che il mondo non dimenticherà mai.

La presenza più grande della vita di Johansen ha contribuito a definire i primi giorni del punk, dall'energia rauca dei New York Dolls al suo soave alter ego Buster Poindexter. Il suo impatto sulla musica, il cinema e la cultura si farà sentire per generazioni.